Il piano degli Stati Uniti per regolare l’intelligenza artificiale
Fonte: Wired
Una carta dei diritti dell’Ai, un centro di ricerca nazionale, una guida pubblica all’uso degli algoritmi tra le idee dell’amministrazione Biden
Sono passati appena cinque mesi dal lancio di ChatGpt, ma l’intelligenza artificiale generativa è già nel mirino dei governi di tutto il mondo, che ne vogliono sfruttare le potenzialità e controllare i rischi. E mentre l’Unione europea sta finalizzando gli ultimi dettagli del suo Ai Act, gli Stati Uniti hanno appena cominciato, chiamando a raccolta alla Casa Bianca i rappresentanti delle quattro principali aziende del settore: Opena Ai, Microsoft, Alphabet e Anthropic.
“L’intelligenza artificiale è una delle tecnologie più potenti del nostro tempo, ma per cogliere le opportunità che presenta, dobbiamo prima mitigarne i rischi” si legge nel comunicato ufficiale di Washington: “Ciò significa che le aziende hanno la responsabilità fondamentale di assicurarsi che i loro prodotti siano sicuri prima di essere utilizzati”.
L’incontro, fissato per oggi 4 maggio 2023, verte sulle strategie e sulle politiche da mettere in campo per promuovere uno sviluppo responsabile di queste tecnologie, così come dei risvolti etici che la loro presenza sul mercato comporta, al fine di ridurre rischi e potenziali danni agli individui e alle società.
Tra le misure annunciate dalla Casa Bianca si trova una Carta dei diritti dell’intelligenza artificiale, la creazione di un centro di ricerca nazionale sul tema, già anticipato dall’investimento di 140 milioni di dollari per realizzare sette nuovi istituti di ricerca, e una guida pubblica sull’uso dell’intelligenza artificiale da parte del governo federale.
Inoltre, Washington ha annunciato che tutti i più importanti sviluppatori di intelligenze artificiali, tra cui i già citati Microsoft, Open Ai, Alphabet e Anthropic, parteciperanno a una valutazione pubblica dei loro sistemi, per verificare che rispettino i principi di sviluppo delineati dal documento Blueprint for an Ai bill of rights, cioè una guida etica su cui basare la futura Carta dei diritti dell’intelligenza artificiale.
L’incontro si configura come il primo di una lunga serie tra il governo e le aziende attive in questo settore, mentre le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale proliferano sempre di più. Tuttavia, la speranza in un successo di queste iniziative non è altissima, dato che molte delle imprese coinvolte hanno dimostrato in più occasioni di non aver assunto, o voluto assumere, tutte le misure necessarie per ridurre i rischi legati alle loro tecnologie, come nel caso della proliferazione dei messaggi d’odio online e delle teorie del complotto.